Megafoni

  • 2017
  • 2019

 

 

Il megafono entra nel mio repertorio artistico nel 2016 quando compio il blitz “Venghino siori, venghino” ponendo in risalto, attraverso un’azione performativa, alcune scelte maldestre di Cristiana Collu, la direttrice della Galleria Nazionale di Roma. E’ un elemento simbolico che ha vocazioni storiche, politiche e popolari e in quel contesto era particolarmente adatto ad una dimostrazione da finto venditore ambulante quale ero io.
In seguito, nel mio lavoro, ha assunto valenze diverse sintetizzando efficacemente le componenti politiche e poetiche della mia ricerca. E’ divenuto specchiante e ruotante di 180° per una mostra in cui lo spettatore si trovava coinvolto e complice in un gioco di ruoli partecipativi; poi ha avuto delle scritte poetiche davanti alla campana acustica, citazioni ispirate a Libero de Libero che alludevano ad un tono lirico e rivoluzionario allo stesso tempo; è divenuto in ceramica per una performance compiuta nel 2018 nel contesto collettivo di “NoPlace” nell’ex ceramica Vaccari a Santo Stefano di Magra (SP). In questo caso la mia voce attraversava l’oggetto ed usciva “sublimata” , filtrata dalla materia anch’essa trasformata dalla cottura della creta. Infine, il megafono, è stato protagonista di un blitz a tema, in dedica sempre a Libero de Libero ed ambientato a Fondi, sua città natale, a settembre del 2018.
Le frasi declamate e stampate su piccoli foglietti colorati che regalavo, sia nella precedente performance che in quest’ultima, erano allusive ad una condizione ispirata e sognante ma contemporaneamente fiera, sostanziata da un forte senso etico e responsabile.