L’inchino

  • 2014

 

L’inchino

Affissione di 10 maxi manifesti nei luoghi della cultura e del potere di Roma
Lunedì 28 luglio 2014, ore 23.00

L’immagine è frontale, il Marco Aurelio a prua che traina il palazzo del Campidoglio alrimorchio, riscaldati dal tramonto romano, decadente e passionale. Tutti e duepericolosamente inclinati, di 80° circa, la stessa inclinazione della Costa Concordia cheper 922 giorni è stata accasciata su un fianco nell’isola del Giglio. La scritta in basso è adinnescare un corto circuito geografico e il gemellaggio catastrofico di due realtà, quellacapitolina e quella toscana.All’origine di tutto c’è l’inchino di Schettino, rituale azzardato scaduto in goffa spavalderia,che da segno devozionale e di rispetto, decade a simbolo dell’ errore e della tragediacollettiva, trainando con sé anche il più recente inchino della Madonna alla casa delmafioso di turno. L’inchino diventa declino, smarrimento di rotta e di centralità, segno diprecarietà e vertigine. L’inclinazione si allaga di contenuti, diventa metafora di unadevastazione morale e fisica che stanno vivendo Roma e i romani. Responsabile diquesto inchino fallato è Ignazio Marino, sindaco disinvolto fintamente ecologico e perniente alternativo, che passa in bicicletta, sorride e sorvola sulle cose e sulle persone.Roma si inclina grazie alla sua maldestra e superficiale gestione. Si inclina nellamancanza di politiche culturali, nella sporcizia, nell’abbrutimento civile, nella festadell’Unità al posto della casa jazz, nella mancanza di attenzione al MACRO e a tutta l’artecontemporanea, nel mancato rispetto delle regole e nell’assenza di servizi adeguati aduna capitale mondiale. Roma si inclina e scivola in basso, affondando.Resta un’ipotesi da prendere in seria considerazione: e se rimettessimo in asse ancheMarino e, cordialmente scortato da due rimorchiatori, lo riaccompagnassimo a Genova(sua città natale) per essere definitivamente smantellato?I luoghi dell’affissione: Piazzale Aldo Moro, Ministero della Marina, MACRO di piazzaGiustiniani, Ministero della Pubblica Istruzione, Auditorium, Ministero di Grazia e Giustizia ,Tribunale di Roma, caserme di viale Giulio Cesare, casa della memoria di via Tiburtina.

 

L’inchino

Posting of 10 large posters in the places of culture and power in Rome
Monday, July 28, 2014, 11:00 PM

The image is frontal, Marco Aurelio at the bow pulling the Campidoglio palace in tow, heated by the Roman, decadent, and passionate sunset. Both dangerously tilted, about 80°, the same inclination as the Costa Concordia, which for 922 days lay on its side on the island of Giglio. The inscription below triggers a geographic short circuit and the catastrophic twinning of two realities, the Capitoline and the Tuscan.
At the origin of it all is Schettino’s bow, a daring ritual that turned into clumsy bravado, which from a devotional and respectful sign, deteriorated into a symbol of error and collective tragedy, dragging along even the most recent bow of the Madonna at the house of the current mafioso. The bow becomes decline, loss of course and centrality, a sign of precariousness and vertigo. The inclination is flooded with content, becoming a metaphor for the moral and physical devastation that Rome and Romans are experiencing. Responsible for this failed bow is Ignazio Marino, a casually ecological and largely alternative mayor, who cycles by, smiles, and overlooks things and people.
Rome leans due to his clumsy and superficial management. It leans in the absence of cultural policies, in dirtiness, in civic brutishness, in the Unity Party instead of the jazz house, in the lack of attention to the MACRO and all contemporary art, in the failure to respect rules, and in the absence of adequate services for a world capital. Rome leans and slides down, sinking.
It remains a hypothesis to be taken seriously: what if we also put Marino back on track and, cordially escorted by two tugboats, took him back to Genoa (his hometown) to be definitively dismantled?
Places of posting: Piazzale Aldo Moro, Ministry of the Navy, MACRO in Piazza Giustiniani, Ministry of Public Instruction, Auditorium, Ministry of Grace and Justice, Rome Courthouse, barracks in Viale Giulio Cesare, memory house in Via Tiburtina.