I cartelloni compaiono a Roma ogni volta che l’occasione elettorale ne richiede la presenza cercando di attirare consensi sempre più demotivati da politici che non toccano la realtà e non risolvono.
Ogni volta le lastre metalliche e i tubi innocenti accolgono carta e slogan, stratificando volti, sguardi ammiccanti, sorrisi tirati.
L’immagine è quella dell’attesa, di un vuoto che aspetta le somme, una tabula rasa di ruggine maculata che sembra comunicare fisicamente un sentimento di disfatta e abbandono.
Il caso, solo lui ha in mano la chiave di volta, la password che rilancia la disfatta; in alto a destra, isolata da tutto, su un cartellone centrale, compare la scritta superstite, la sopravvissuta alla sparizione: FIDUCIA.