Ca maronn c’accumpagn

  • 2013

Ca maronn c’accumpagn

Lancio di due grandi dadi da gioco sul piazzale del Quirinale
Roma, giovedì 4 aprile 2013, ore 19.00

Sono giorni immobili di sospensione e di vuoto, di attese che precedono forse un evento,un’improbabile svolta. Sono i giorni della tragicomica empasse politica, dello stallo edell’impotenza istituzionale che, degenerando, arriva a trasformarsi in giocoscaramantico, in consultazione metafisica, astrale.E allora affidiamoci al fato, aggrappandoci disperatamente alla sorte perchè la situazionepolitica italiana non ha più logica, non segue una direzione e soprattutto non ha più puntidi riferimento.L’Italia, un rebus senza soluzione dell’ultima pagina, abbandonata a se stessa (e con lei ilPresidente “Partenopeo” della Repubblica che “lancia” i saggi) confida nelle probabilità espera nei dadi, delegando alla fortuna lo sblocco fatalista della situazione.Nella generale indecifrabilità di questo periodo, compresa quella meteorologica, l’uscita diemergenza, la via di fuga, paradossalmente, potrebbe essere proprio quella di lasciarespazio alla casualità del destino che forse riuscirebbe meglio di tanta strategia politica!A questo punto anche a noi non resta che affidarci alla cabala, alla follia, guardare il cieloe lanciare i dadi supplicando: “ca Maronn c’accumpagn”!

 

Ca maronn c’accumpagn

Launch of two large dice on the square of the Quirinal Palace
Rome, Thursday, April 4, 2013, 7:00 PM

These are days of immobility, suspension, and emptiness, days of anticipation that precede perhaps an event, an improbable turning point. These are the days of tragicomic political impasse, of stalemate and institutional impotence, which, degenerating, turns into a whimsical game, a metaphysical and astral consultation.
So let us entrust ourselves to fate, clinging desperately to chance because the Italian political situation no longer makes sense, it does not follow a direction, and above all, it no longer has reference points.
Italy, an unsolvable enigma of the last page, abandoned to itself (and with it the “Neapolitan” President of the Republic who “throws” the dice) relies on probabilities and trusts in the dice, delegating to fortune the fatalistic unlocking of the situation.
Amidst the general indecipherability of this period, including the meteorological one, the emergency exit, the escape route, paradoxically, could be to make room for the randomness of destiny, which perhaps would succeed better than so much political strategy!
At this point, even we have nothing left but to rely on the cabala, on madness, to look at the sky and roll the dice, pleading: “ca Maronn c’accumpagn”!