Venghino, signori venghino

  • 2016

 

 

Venghino, siori venghino, 2016

Blitz del 25 novembre di fronte la Galleria Nazionale, Roma
Due manifesti su camion a “vela” itinerante, audio con megafono

Il 19 novembre nella trasmissione di Maria De Filippi “Tu si que vales” in onda in prima serata su Canale 5 l’artista Paco Cao e la Direttrice della Galleria Nazionale di Roma Cristiana Collu, promuovono un imbarazzante concorso di bellezza, il Museum Beauty Contest, candidando settanta opere della collezione. Equamente divise tra soggetti maschili e femminili, i ritratti sono confidenzialmente titolati con i nomi dei soggetti raffigurati, quasi fossero nostri parenti o amici della porta accanto. E’ l’ultima mossa della Direttrice che, dalla sua nomina, sta tentando di rinnovare fisicamente e mediaticamente la funzione di un’Istituzione così importante. I concetti che più si affiancano a questo rinnovamento, sono apertura, svecchiamento, rivoluzione e democrazia. Già nell’azzeramento cronologico e cromatico delle sale si paventa il rischio di un appiattimento che uniforma l’allestimento divenendo più la regola che la novità; ora nella trasmissione della De Filippi c’è l’apparizione coatta e mortificante su cavalletti di sei delle settanta opere candidate che così mostrate, come nelle migliori televendite degli anni ’80 (parodiate anche dal famoso Guzzanti/Mutandari), sottraggono volgarmente ogni dignità e prestigio agli artisti nominati, riducendoli a squallida merce, iconografia da “Telemarket” nel sipario dei set di pentole di berlusconiana memoria. La democratica strategia avviata dalla Direttrice sta rottamando la Galleria verso una caduta di stile che, grazie alla maldestra e superficiale gestione, si sta piegando al consenso indistinto e al denaro.
Come fossi un venditore ambulante di merci all’ingrosso, salgo sul camion che monta l’immagine della trasmissione della De Filippi con tanto di logo “Telemarket” sovrapposto e imbraccio il megafono elencando tutte le opere candidate al concorso, senza dimenticare di intonare ogni tanto il popolare richiamo che sembra calzare a pennello per la nuova strategia della Collu: “venghino siori venghino”!
In tempi di votazione e di schieramenti costituzionali sul crinale del SI e del NO, dico SI alla cultura e all’intelligenza di chi la gestisce, NO alle scorciatoie di facili e dozzinali trovate.

 

Venghino, siori venghino, 2016

Blitz on November 25 in front of the National Gallery, Rome.
Two posters on a traveling ‘sail’ truck, audio with a megaphone.

On November 19, in Maria De Filippi’s show ‘Tu si que vales,’ airing in prime time on Canale 5, artist Paco Cao and the Director of the National Gallery of Rome, Cristiana Collu, promote an embarrassing beauty contest, the Museum Beauty Contest, nominating seventy works from the collection. Equally divided between male and female subjects, the portraits are confidentially titled with the names of the depicted subjects, as if they were our relatives or next-door friends. It is the latest move by the Director, who, since her appointment, has been trying to physically and mediatically renew the function of such an important institution. The concepts that most accompany this renewal are openness, rejuvenation, revolution, and democracy. Already in the chronological and chromatic resetting of the rooms, there is a risk of a flattening that standardizes the setup, becoming more the rule than the novelty. Now, in De Filippi’s show, there is the forced and humiliating appearance on easels of six of the seventy nominated works, which, when shown in this manner, as in the best teleshopping of the 1980s (also parodied by the famous Guzzanti/Mutandari), vulgarly strip away any dignity and prestige from the named artists, reducing them to sordid merchandise, iconography from the ‘Telemarket’ in the backdrop of the pots and pans sets of Berlusconi-era memory. The democratic strategy initiated by the Director is scrapping the Gallery towards a loss of style that, thanks to clumsy and superficial management, is bending to indiscriminate consensus and money. Like a street vendor of wholesale goods, I climb onto the truck that displays the image of De Filippi’s show with the ‘Telemarket’ logo overlaid and grab the megaphone, listing all the works nominated for the contest, not forgetting to occasionally sing the popular call that seems to fit perfectly with Collu’s new strategy: ‘venghino siori venghino’ (come in, gentlemen, come in)! In times of voting and constitutional alignments on the crest of YES and NO, I say YES to culture and the intelligence of those who manage it, NO to shortcuts of easy and tacky ideas.